InfoFaunaFVG: a novel progressive web application for wildlife surveillance
s10344-023-01664-4Report annuale sulle attività di recupero della fauna ritrovata morta o in difficoltà sul territorio regionale.
Dopo una lunga riabilitazione conseguenza di un atto di bracconaggio un esemplare di biancone ritorna a volare
Dopo essere stato illegalmente colpito da un colpo d’arma da fuoco, curato presso l’Università degli Studi di Udine, riabilitato presso il centro di recupero di Fontanafredda è stato rilasciato un
biancone , uno dei più grandi rapaci d’Europa
Nell’ottobre del 2021 un esemplare adulto di biancone (Circaetus gallicus) è stato soccorso in grave difficoltà nel territorio dell’ex provincia di Pordenone.
Il rapace è stato immediatamente trasportato dal recupero fauna presso il “Centro di Ricerca e Coordinamento per il Recupero della Fauna Selvatica” all’interno dell’”Azienda Agricola Antonio Servadei” di Pagnacco del “Dipartimento di Scienze Agroalimentari, Ambientali e Animali” dell’Università degli Studi Udine, grazie all’attività di coordinamento svolta dal Servizio Foreste e Corpo Forestale Regionale. All’animale, dopo la valutazione clinica ed indagini radiografiche svolte nella sede universitaria, è stata diagnostico la presenza di 7 corpi estranei metallici compatibili con pallini in piombo d’arma da fuoco, uno dei quali causa di una frattura comminuta composta dell’ulna sinistra (struttura ossea dell’ala). L’animale, inoltre, si presentava sofferente ed iporeattivo.
Nel periodo di degenza presso la struttura universitaria il biancone è stato sottoposto: all’asportazione chirurgica del corpo estraneo dal focolaio di frattura, che avrebbe potuto compromettere il consolidamento della frattura, all’immobilizzazione dell’ala e ad una terapia specifica di supporto per favorire il suo recupero. Dopo un periodo di più di un mese il rapace è stato successivamente trasferito presso le strutture riabilitative del Centro Recupero per la Fauna Selvatica di Fontanafredda, gestito dalla famiglia Bergamo, al fine di rafforzare la muscolatura impegnata nell’attività del volo.
L’atto di bracconaggio e la durata delle cure hanno impedito all’animale, uno dei più grossi rapaci migratori europei, di compiere il suo viaggio autunnale di più di 5000 km verso le regioni africane sub sahariane, obbligandone una lunga permanenza presso le strutture riabilitative sino al giugno di quest’anno.L’animale prima di essere rilasciato è stato inanellato dal sig. Luigi Taiariol, di A.st.o.r.e. FVG, con specifici anelli autorizzati dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). L’applicazione di tale dispositivo, totalmente sicuro per l’animale, permetterà di stabilire gli spostamenti a lungo raggio e la sua sedentarietà presso gli ambienti steppici magredili del pordenonese durante il periodo primaverile estivo.
Il biancone (Circaetus gallicus) è uno dei più grandi uccelli da preda europei con un’apertura alare di quasi due metri, caratterizzato dalla sua livrea particolarmente chiara, da cui prende il nome. Si tratta di un rapace dalla dieta particolarmente specializzata basata quasi esclusivamente dal consumo di rettili in particolare modo serpenti. In Friuli Venezia Giulia la sua popolazione è stimata in circa 15 coppie distribuite nelle aree di pianura e collinari dove questi uccelli più agilmente sono in grado di procurarsi il cibo e trovare le condizioni ideali per la nidificazione.
Il fenomeno del l’abbattimento illegale annuale degli uccelli migratori è purtroppo una piaga ancora molto diffusa nell’intera area del Mediterraneo. Le stime del 2015 parlano di 25 milioni, dei quali 100 mila sono rappresentati da uccelli rapaci, l’Italia con ben 5,6 milioni risulta il secondo paese, dopo l’Egitto, per atti di bracconaggio di questo genere (fonte BirdLife International). E’ da pensare che questo fenomeno sia sottostimato soprattutto per i predatori, a seguito della difficoltà di una diagnosi certa per il mancato ritrovamento di soggetti colpiti ma sopravvissuti, o peggio ancora, in vita in gravi difficoltà o deceduti, i cui corpi non vengono rinvenuti sul campo.